Caminante, no hay camino

"Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.


"Al andar se hace camino
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante, no hay camino
sino estelas en el mar…


"Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar"




Antonio Machado





sabato 19 maggio 2012

TRAVERSATA COIROMONTE – MOTTARONE VETTA VIA MONTE FALO’




Partenza di fronte al ristorante-bar “Omni Sirt” in uscita dal paese direzione Sovazza. Si sale per asfalto fino ad una piccola Cappella della Madonna. Qui si svolta a destra su strada poderale in salita, asfaltata per qualche centinaio di metri, poi sterrata. Si procede fino al secondo bivio a destra -il primo non ci interessa - e dopo qualche decina di metri si prende a sinistra. Ora il percorso è evidente e ci porta con salita moderata fino alla base della sommità del Monte Falo’.


Volendo si può risalire alla cima prendendo la larga traccia che si stacca sulla destra e poi si alza gradualmente, oppure direttamente “fuoripista” attraversando a zig-zag il pendio (1h 30’). Il panorama anticipa, sia pure in modo molto ridotto, ciò che si vedrà dalla vetta del Mottarone.






Con breve discesa si ritorna sul sentiero principale, che continua avendo di fronte proprio la cima del Mottarone e sulla destra il Monte Salè.




La discesa si prolunga attraversando splendidi boschetti di betulle. Il percorso è ben evidenziato dalla segnaletica bianca e rossa, o talvolta solo rossa. Dopo aver oltrepassato un’ alpe sulla dx., il sentiero inizia a salire in modo repentino, con qualche tornante, fino a raggiungere una radura tra le betulle adibita a area pic-nic, con tavoli e panche in legno; ci sarebbe anche l’acqua, se solo venisse ripristinato il rubinetto ad una piccola fontanella. Comunque non si può rinunciare ad una sosta e uno spuntino in un posto cosi accattivante.




 Dopo un ultimo tratto in salita meno impegnativa, si raggiunge uno spazio usabile per parcheggiare l’auto volendo utilizzare l’area da pic-nic e raggiungibile dalla strada del Mottarone che passa un centinaio di metri più avanti.
Si procede per pochi metri sulla strada asfaltata in salita fino ad un’ampia curva verso sx. Qui si sale sul basso muretto di cemento che segna la curva lato monte e, dopo due o tre passi, si entra nella fitta abetaia che si risale cercando di mantenere sempre la dorsale abbastanza evidente. Esiste anche una traccia piuttosto labile, ma non c’è nessun problema a procedere fuori pista sul tappeto di aghi di pino. La direzione della salita è di circa 45° rispetto al muretto. In ogni caso molto più in alto l’abetaia è tagliata dalla strada asfaltata, per cui non ci si può perdere, basta salire. Raggiunta le strada all’altezza del segnale del km. 9, la si attraversa e si riprende a camminare su traccia di mulattiera in direzione della vetta del Mottarone. Una serie di tralicci della linea elettrica ci segnano il percorso. La strada asfaltata corre parallela, più in basso, sulla nostra dx. Raggiungeremo la strada in coincidenza di una curva verso sinistra. Qui si attraversa e ci si inoltra lungo un sentiero che risale in diagonale tra prato e bosco, tenendo sempre il riferimento ai tralicci della linea elettrica. Si raggiunge nuovamente la strada poco prima di due tornanti ravvicinati, con alto muraglione di sostegno del secondo. Si scende ancora sul prato e si risale la traccia che gira sotto al muraglione, fino a sbucare sulla strada in corrispondenza al bivio per Stresa e al monumento ai ciclisti di Borgomanero.Dal monumento si segue la mulattiera che ci condurrà fino al grande parcheggio sterrato.




ll’uscita dal parcheggio c’è un bivio della strada asfaltata: quella alla nostra sx porta al piazzale sotto la vetta e quella di fronte a noi porta alla stazione della funivia da dove, con largo giro, si ritorna allo stesso piazzale. Volendo evitare l’asfalto si può puntare direttamente alla vetta risalendo l’ampio, ripido pendio almeno fino a quando le felci non siano troppo cresciute; esiste anche una traccia di sentiero, basta trovarla e non perderla.
 Dopo una così lunga ma non faticosa salita il panorama dalla cima, già di per sé notevole e rinomato, ci sembrerà ancora più soddisfacente, sempre che vi siano condizioni di buona visibilità. Su tutto domina il versante est del M. Rosa e la catena alpina di confine con la Svizzera. Alla sx del M. Rosa, dopo le Alpi Biellesi, si intravede la lunga morena della Serra, dalla quale spunta la piramide del Monviso. Proprio sotto di noi, guardando in questa direzione, si vede il Lago d’Orta con l’isola di S. Giulio. Oltre la pianura si possono scorgere le colline del Monferrato e, a maggio, gli specchi d’acqua delle risaie. Chiudendo la panoramica incontriamo i numerosi laghi e laghetti del Varesotto, primo fra tutti il Lago Maggiore con le sue isole.





Nota- Tutti questi lunghi tratti di “fuoripista” sono stati individuati e riproposti al solo scopo di evitare l’asfalto, le auto e le moto che, specie di domenica, non mancano; altro piccolo vantaggio è la riduzione in lunghezza rispetto al percorso stradale.
Il ritorno segue lo stesso percorso. Possibile una variante che aggira il M.Falò un po’ più in basso, che però non aggiunge nulla di particolarmente interessante; piuttosto, non essendo sempre molto evidente, può indurre all’errore di abbassarsi troppo per poi dover risalire.

Tempi: salita 3h-3h30’, discesa 2h30’; dislivello tot. 950 m.; lunghezza A/R 18 km circa


 



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