Caminante, no hay camino

"Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.


"Al andar se hace camino
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante, no hay camino
sino estelas en el mar…


"Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar"




Antonio Machado





giovedì 28 giugno 2012

Chove en Santiago

Chove en Santiago
Meu doce amor
Camelia branca do ar
Brila entebrecida ao sol.
Chove en Santiago
Na noite escura
Herbas de prata e sono
Cobren a valeira lúa.
Olla a choiva pola rúa
Laio de pedra e cristal
Olla no vento esvaido
Soma e cinza do teu mar.
Soma e cinza do teu mar
Santiago, lonxe do sol;
Agoa da mañan anterga
Trema no meu corazón
   
Federico Garcia Lorca

Piove a Santiago

Piove a Santiago
Mio dolce amore
Camelia bianca nell’aria
Brilla tremante il sole.
Piove a Santiago
Nella notte scura
Erbe d’argento e di sonno
Coprono la vuota luna.
Guarda la pioggia sulla via
Pianto di pietra e di vetro.
Guarda nel vento svanito
L’ombra e la cenere del tuo mare.
L’ombra e la cenere del tuo mare
Santiago, lontano dal sole;
l’acqua del mattino umido
trema nel mio cuore.

Federico Garcia Lorca

Preámbulo
 de Luis de Freixo
Nosotros (Antonio y Yo) y otros muchos discrepantes, opinamos que el Camino se inicia en la puerta de cada uno, y termina donde cada uno quiere llegar; también en la antigüedad, los Peregrinos  -incapaces de tomar un avión que los llevara a Oporto o a Roncesvalles- comenzaban donde podían y llegaban a donde las tercianas los fulminaban.
Entretanto, vivían libres como pajaritos, mostrando a los otros lo mejor de sí mismos….  Y recibiendo a cambio la solidaridad de quienes los acogían.
 Al Peregrinar nos despojamos de los ropajes cotidianos, y nos mostramos tal como queremos ser. Al retornar, volvemos a ser los de siempre. Pese a ello, hemos alcanzado a ver la Luz y el valor de la Solidaridad. Llegamos a sentirnos fraternos y libres, y a percibir a los otros del mismo modo.
No está mal en un Mundo destinado a convertirse en  globalizado, y dominado por los Valores del consumismo  y del individualismo.
 Nosotros (Vós y Nós) somos un pueblo Peregrino. Percibo la complicidad de los que no pueden acompañarnos, cuando dicen “Bom Caminho” al cruzarse o despedirse.
No estaba clara todavía la redondez de la Tierra, y ya la Costa Africana hervía de portugueses, ávidos de curiosidad; dicen también que hay un Gallego en la Luna. Habrá que verlo.



sabato 19 maggio 2012

TRAVERSATA COIROMONTE – MOTTARONE VETTA VIA MONTE FALO’




Partenza di fronte al ristorante-bar “Omni Sirt” in uscita dal paese direzione Sovazza. Si sale per asfalto fino ad una piccola Cappella della Madonna. Qui si svolta a destra su strada poderale in salita, asfaltata per qualche centinaio di metri, poi sterrata. Si procede fino al secondo bivio a destra -il primo non ci interessa - e dopo qualche decina di metri si prende a sinistra. Ora il percorso è evidente e ci porta con salita moderata fino alla base della sommità del Monte Falo’.


Volendo si può risalire alla cima prendendo la larga traccia che si stacca sulla destra e poi si alza gradualmente, oppure direttamente “fuoripista” attraversando a zig-zag il pendio (1h 30’). Il panorama anticipa, sia pure in modo molto ridotto, ciò che si vedrà dalla vetta del Mottarone.






Con breve discesa si ritorna sul sentiero principale, che continua avendo di fronte proprio la cima del Mottarone e sulla destra il Monte Salè.




La discesa si prolunga attraversando splendidi boschetti di betulle. Il percorso è ben evidenziato dalla segnaletica bianca e rossa, o talvolta solo rossa. Dopo aver oltrepassato un’ alpe sulla dx., il sentiero inizia a salire in modo repentino, con qualche tornante, fino a raggiungere una radura tra le betulle adibita a area pic-nic, con tavoli e panche in legno; ci sarebbe anche l’acqua, se solo venisse ripristinato il rubinetto ad una piccola fontanella. Comunque non si può rinunciare ad una sosta e uno spuntino in un posto cosi accattivante.




 Dopo un ultimo tratto in salita meno impegnativa, si raggiunge uno spazio usabile per parcheggiare l’auto volendo utilizzare l’area da pic-nic e raggiungibile dalla strada del Mottarone che passa un centinaio di metri più avanti.
Si procede per pochi metri sulla strada asfaltata in salita fino ad un’ampia curva verso sx. Qui si sale sul basso muretto di cemento che segna la curva lato monte e, dopo due o tre passi, si entra nella fitta abetaia che si risale cercando di mantenere sempre la dorsale abbastanza evidente. Esiste anche una traccia piuttosto labile, ma non c’è nessun problema a procedere fuori pista sul tappeto di aghi di pino. La direzione della salita è di circa 45° rispetto al muretto. In ogni caso molto più in alto l’abetaia è tagliata dalla strada asfaltata, per cui non ci si può perdere, basta salire. Raggiunta le strada all’altezza del segnale del km. 9, la si attraversa e si riprende a camminare su traccia di mulattiera in direzione della vetta del Mottarone. Una serie di tralicci della linea elettrica ci segnano il percorso. La strada asfaltata corre parallela, più in basso, sulla nostra dx. Raggiungeremo la strada in coincidenza di una curva verso sinistra. Qui si attraversa e ci si inoltra lungo un sentiero che risale in diagonale tra prato e bosco, tenendo sempre il riferimento ai tralicci della linea elettrica. Si raggiunge nuovamente la strada poco prima di due tornanti ravvicinati, con alto muraglione di sostegno del secondo. Si scende ancora sul prato e si risale la traccia che gira sotto al muraglione, fino a sbucare sulla strada in corrispondenza al bivio per Stresa e al monumento ai ciclisti di Borgomanero.Dal monumento si segue la mulattiera che ci condurrà fino al grande parcheggio sterrato.




ll’uscita dal parcheggio c’è un bivio della strada asfaltata: quella alla nostra sx porta al piazzale sotto la vetta e quella di fronte a noi porta alla stazione della funivia da dove, con largo giro, si ritorna allo stesso piazzale. Volendo evitare l’asfalto si può puntare direttamente alla vetta risalendo l’ampio, ripido pendio almeno fino a quando le felci non siano troppo cresciute; esiste anche una traccia di sentiero, basta trovarla e non perderla.
 Dopo una così lunga ma non faticosa salita il panorama dalla cima, già di per sé notevole e rinomato, ci sembrerà ancora più soddisfacente, sempre che vi siano condizioni di buona visibilità. Su tutto domina il versante est del M. Rosa e la catena alpina di confine con la Svizzera. Alla sx del M. Rosa, dopo le Alpi Biellesi, si intravede la lunga morena della Serra, dalla quale spunta la piramide del Monviso. Proprio sotto di noi, guardando in questa direzione, si vede il Lago d’Orta con l’isola di S. Giulio. Oltre la pianura si possono scorgere le colline del Monferrato e, a maggio, gli specchi d’acqua delle risaie. Chiudendo la panoramica incontriamo i numerosi laghi e laghetti del Varesotto, primo fra tutti il Lago Maggiore con le sue isole.





Nota- Tutti questi lunghi tratti di “fuoripista” sono stati individuati e riproposti al solo scopo di evitare l’asfalto, le auto e le moto che, specie di domenica, non mancano; altro piccolo vantaggio è la riduzione in lunghezza rispetto al percorso stradale.
Il ritorno segue lo stesso percorso. Possibile una variante che aggira il M.Falò un po’ più in basso, che però non aggiunge nulla di particolarmente interessante; piuttosto, non essendo sempre molto evidente, può indurre all’errore di abbassarsi troppo per poi dover risalire.

Tempi: salita 3h-3h30’, discesa 2h30’; dislivello tot. 950 m.; lunghezza A/R 18 km circa


 



venerdì 11 maggio 2012

Video dal Camino 2010-2011

Da San Jean Pied de Port a Léon 2010

http://www.youtube.com/watch?v=YThdbkRTDhY


Da Léon a Santiago de Compostela 2011

http://www.youtube.com/watch?v=qOspk4L5b2c


Da Santiago de Compostela a Fisterra e Muxia 2011

http://www.youtube.com/watch?v=368h9HeZ6WM

martedì 27 marzo 2012

Per viaggiare basta esistere

"Viaggiare? Per viaggiare basta esistere.Passo di giorno in giorno come
di stazione in stazione, nel treno del mio corpo, o del mio destino,
affacciato sulle strade e sulle piazze, sui gesti e sui volti, sempre
uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi.""

"Ah, in me sono tutte le strade.Ogni distanza o direzione o fine mi
appartiene, sono io. Il resto é la parte di me che chiamo il mio mondo
esteriore."


Fernando Pessoa

domenica 29 gennaio 2012

Buone ragioni

La mejor razón que tenemos para dedicar tiempo a estudiar la cultura es la de aprender algo útil y revelador sobre nosotros mismos.
Puede ser un proceso interesante, a veces angustioso, pero merece la pena.
Una de las formas más efectivas de aprender sobre uno mismo consiste en tomar con seriedad las culturas de los otros.
Edward T. Hall, en El lenguaje silencioso







venerdì 16 dicembre 2011

Melendi - Caminando Por La Vida

Huele a aire de primavera
tengo alergia en el corazón
voy cantando por la carretera
de copiloto llevo el sol.

Y a mi no me hace falta estrella
q me lleve hasta tu portal
como ayer estaba borracho
fui tirando migas de pan

Voy camiando por la vida, sin pausa, pero sin prisas
procurando no hacer ruido, vestio con una sonrisa, sin complejo ni temores,
canto rumbas de colores
y el llorar no me hace daño siempre (y) cuando tu no llores

Y el milindri a mi me llaman
en el mundillo calé
porque al coger mi guitarra
se me van solos los pies.

Y este año le pido al cielo ( ay vamonos)
La salud del anterior.
No necesito dinero,
voy sobrao en el amor.

Voy camiando por la vida, sin pausa, pero sin prisas
procurando no hacer ruido, vestio con una sonrisa, sin complejo ni temores
canto rumbas de colores
y el llorar no me hace daño siempre (y) cuando tu no llores ayy

Y no quiero amores, no correspondidos
no quiero guerras
no quiero amigos
que no me quieran sin mis galones

No me tires flores
Ni falsas miradas de inexpresion
que no dicen nada
del corazón que me las propone

Porque voy camiando por la vida, sin pausa, pero sin prisas
procurando no hacer ruido, vestio con una sonrisa, sin complejo ni temores
canto rumbas de colores
y el llorar no me hace daño siempre (y) cuando tu no llores ayy

mercoledì 16 novembre 2011

Monte San Giorgio - il monte dei dinosauri

Monte San Giorgio
- Il monte dei dinosauri -
Patrimonio Mondiale dell’Unesco
(Canton Ticino/Svizzera)

Salita disl. 650 m – 1h30’/2h Discesa 2h/2h30’

Promontorio montuoso che divide i due rami meridionali del lago di Lugano, culminante nei 1097 metri della cima del monte San Giorgio; famoso per i ritrovamenti fossili del triassdico, ma anche altrettanto famoso per lo splendido panorama sul lago di Lugano e sulla catena alpina.
Da Varese si raggiunge il paese di Viggiù e da qui il valico di Saltrio. Entrati in Svizzera si seguono le indicazioni stradali per Arzo e Meride, fino alla località Fontana Fredda, un paio di chilometri oltre il paese di Meride.


Qui si parcheggia l’auto e si inizia la salita, segnalata con segnavia bianco-rossi. Attraversate alcune passerelle in legno, il sentiero si immette nella mulattiera proveniente dal paese di Meride. Si procede in salita su un fondo ricoperto da frantumi di lastre di roccia, comune a tutti i sentieri della zona. La vegetazione è costituita prevalentemente da castagno, roverella, agrifoglio, acero di monte e maggiociondolo, la cui fioritura a maggio costituisce uno spettacolo unico nel suo genere. Più in alto diventano prevalenti i faggi, di cui un esemplare davvero eccezionale si erge maestoso poco sotto la cima.

Verso la metà della salita si incontra una piccola radura prativa su cui sorge il rifugio privato di Sant’Uberto e una piccola cappella. Qui il sentiero si sdoppia: a destra continua la salita diretta verso la cima, a sinistra una variante che si innesta sul sentiero che sale dalla località Crocefisso per proseguire poi a sua volta fino alla cima.




Poco sotto la cima si trova il grande faggio di cui sopra e un grande edificio, ormai pericolante; subito dopo si risale l’ultimo pendio erboso, seguito da suggestivo boschetto di betulle, oltre il quale sorgono la chiesetta-ricovero e le roccette della cima vera e propria.




Una lunga sosta si impone, non solo per lo spuntino di mezzogiorno, ma anche e soprattutto per ammirare lo spettacolo eccezionale che sta di fronte a noi e per condividere con chi è con noi una tale emozione.






Diventa davvero difficile prendere la decisione di interrompere le nostre meditazioni per iniziare la discesa, ma le ore passano inesorabili. Per il rientro si segue il sentiero segnalato con la freccia gialla riportante l’indicazione della località del “Crocefisso”.
Questo percorso, un po’ più accidentato, consente di effettuare un ampio giro attraverso i boschi, con qualche vista sul ramo del lago che viene verso l’Italia, a Porto Ceresio.





Dal Crocefisso si attraversa la strada asfaltata proveniente da Serpiano e appena oltrepassato uno spazio di parcheggio nel bosco, si prende il sentiero di sinistra in direzione di Meride.
Dopo aver attraversato un ampio prato attrezzato per pic-nic si affronta una lunga disceso che ci porta ad una casa circondata da prati con animali al pascolo. Proseguendo si incontra una piccola cappella in località Campagna e poi finalmente una fattoria e subito dopo il grande lavatoio in località Fontana Fredda, punto di partenza in mattinata.




Nel paese di Meride si trova un piccolo ma interessante museo “dei dinosauri”, la cui visita è senz’altro raccomandabile; il problema è solo dove parcheggiare l’auto.

venerdì 11 novembre 2011

INNO ALLA VITA

"La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila."

Madre Teresa di Calcutta, Inno alla vita

I corridori felici

"Spesso osservo il volto degli individui che praticano jogging, per vedere se sono tristi o infelici. I corridori felici - quelli che procedono a velocità moderata e si godono il piacere di stare all'aria aperta e lontani dalla scrivania - sono sulla giusta via. Si tengono in movimento, senza ansia. Farebbero meglio (almeno per le loro ginocchia) a dedicarsi a lunghe passeggiate, ma intanto rientrano nella categoria di persone "regolarmente attive" che sembra conciliarsi con una vita più lunga."
D. Morris, intervista a La Repubblica, 10 aprile 2008